martedì 2 giugno 2015

Hanno vinto i Gufi







I risultati definitivi sulle elezioni regionali spengono definitivamente i riflettori della curiosità generale degli italiani e accendono quelli delle polemiche e della dietrologia. Tutti hanno vinto e nessuno ammette di aver perso alcunché. Si sa. Questo modo di fare, di essere, di pensare, diciamolo pure... è molto italiota (neologismo nato dalla fusione della parola “italiano” con “...omissis...”). Ha vinto il PD che, per bocca del suo Segretario (nonché Presidente del Consiglio in carica e principale artefice, nel bene e nel male, del numero di voti del suo Partito), si augurava di arrivare ad un sostanziale 4 contro 3 nel computo del duello con gli eterni rivali (???) del PDL. Da questo risultato sperato si è giunti ad un 5 a 2 che è decisamente più apprezzabile e lusinghiero. Poco importano le polemiche sulla sinistra civatiana, sugli impresentabili e la lista bindiana, sul vento (o Veneto) del Nord-Est. Il Partito di Renzi (il decisionista, l'uomo forte che mancava all'Italia, il riformista che non faceva prigionieri) scende dal famoso 41% ottenuto alle ultime elezioni europee di 8-15 punti percentuale e siccome Tutto bene, dunque? Sembrerebbe di no ma una pacca sulla spalla di incoraggiamento non la si nega a nessuno: “stai sereno, Matteo”. Cambiamo sponda e vediamo che succede da altre parti. Il PDL, come scritto, conquista 2 Regioni importanti seppur per motivi differenti. La prima e la Liguria, storica roccaforte di Sinistra, dove riesce a vincere un candidato fedelissimo berlusconiano che non è neppure ligure (un giornalista viareggino laureato all'Università Statale di Milano e che ha vissuto professionalmente sempre in Mediaset. Che smacco...). La seconda è il Veneto, Regione dove la Lega Nord ha subito l'affronto della scissione di Tosi passato ad appoggiare l'NCD di Alfano. Ebbene, Toti ha vinto in Liguria e Zaia in Veneto. I due risultati sono pesanti, è fuori di dubbio. La Lega Nord fa sfracelli da Roma in su e surclassa i partner della coalizione in ogni seggio in cui si sono presentati in coppia. Chi criticava Salvini ora si morderà la lingua. Tuttavia, neppure al leader del Carroccio fa comodo avere nella coalizione un PDL così poco incisivo. Tutto bene, dunque? Andiamo oltre. Il M5S si ripropone come 2° Partito più votato in tutti i luoghi in cui si è andati alle urne. Alla luce di quanto permetterebbe la nuova Legge elettorale (l'Italicum) la speranza dei grillini è quello di strappare ai piddini la leadership ed andare al Governo con i propri soli voti (senza alcuna alleanza e coalizione). Le percentuali ottenute, però, sono vicine a quelle del 2013 (25,5) che già una volta non gli consentirono di andare a Palazzo Chigi ma per raggiungere l'obiettivo voluto occorre onestamente fare di più. Tutto bene, dunque? Andiamo oltre. Chi ha vinto le elezioni diventando ancora una volta il più amato e seguito movimento elettorale nel Belpaese? C'è chi lo chiama il Movimento dei Gufi. Io lo chiamo Astensione. Metà degli aventi diritto al voto è stata a casa o, comunque, ha boicottato le urne. Tutti i Partiti hanno detto la loro su questo crollo delle affluenze. Io so soltanto una cosa. Chi non è andato a votare non lo ha fatto perché aveva deciso di entrare all'EXPO proprio domenica. Meditate, gente... meditate.